SKY GARDEN Vs IL GRILLO PARLANTE: LA NOTTE DEI LUPI

Nuvole nere osservano dall’alto l’unico spettacolo disponibile di un freddo mercoledì sera. Mentre tutti sono in casa a guardar perdere la propria squadra del cuore, su un piccolo campo verde 14 appassionati (più le panchine) stanno per misurarsi nello sport più bello del mondo.

Ciò che ancora non sanno è che anche le nuvole nere sono della partita…

Il temporale che segue è tanto fragoroso che sembrano piovere cani e gatti, come direbbero i londinesi (da sempre più eleganti dei romani), tanto che si potrebbe non giocare. L’arbitro indica i capitani, decidono loro. Cantisani e Laoretti si guardano (col primo a metà tra un dio greco e un assatanato, con niente sotto la divisa è già zuppo dal riscaldamento perché primo a scendere in campo), sorridono, annuiscono. Tradotto: “della pioggia ce ne infischiamo, si gioca!” Guadagnandosi il rispetto di tutti (e l’odio bagnato di qualcuno) i due si stringono rapidamente la mano, l’arbitro fischia, si comincia.

E Bianchini – stasera in versione pistola più veloce del west – fa subito contenti i suoi con due gol nei primi minuti. Ma il campo è pesante, correre costa il doppio della fatica e lo Sky Garden si lascia schiacciare nella propria metà campo dagli avversari. La pressione paga, Auletta e capitan Laoretti rimettono a posto le cose portando il risultato sul 2-2, ma anche questo risultato è destinato a durar poco: dopo una manciata di minuti Andrea Ricciardo trova la porta difesa da Carroccia Jr, superando l’estremo difensore fluo per il 3-2 che potrebbe valere la vittoria. Potrebbe, perché mentre il match volge al termine un fallo che pareva innocuo concede una punizione da lontanissimo al Grillo. Sulla palla c’è quel 10 lì, quello che quest’anno abbiamo visto poco e di cui i più romantici hanno sentito la nostalgia. Su quella palla c’è Mirko Lascialfari. Guarda la porta, mira, tiro, rete. Il Grillo esulta, tre a tre quando manca pochissimo, ormai è fatta.

Poi sotto il temporale risuona l’urlo del pistolero: Bianchini fa capire ai compagni che il pareggio non è contemplato e li sprona a dare di più, nonostante siano tutti fradici e gelati fin dentro le ossa. Il tempo è quasi scaduto, le speranze si assottigliano, quando un pallone sporco attraversa l’area del Grillo in cerca della deviazione vincente… Sapete già come continua questo racconto, no? Bianchini, veloce quanto Terence Hill in “Lo chiamavano trinità” raggiunge il pallone prima di tutti e lo mette alle spalle di Carroccia Jr, siglando il terzo gol personale, quello del 4-3 che vale la vittoria.

Triplice fischio, è finita per davvero. I giocatori corrono negli spogliatoi a godersi la meritatissima doccia calda. Difficile ricordare una vittoria più sofferta fisicamente, più significativa, più bella. Ora l’Aston è a -3 quando mancano solo tre giornate. Il sogno si può quasi toccare.

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